Vuoi acquistare il made in Italy? Leggi bene le etichette

Gustavo Fring at Pexels
Ogni qualvolta ci muoviamo tra gli scaffali dei supermercati, siamo attratti da centinaia di prodotti con vesti diverse, alcune richiamano la nostra infanzia, altre ci vogliono convincere sul piano della genuinità, altre ancora ci rassicurano perché il marchio è conosciuto e affidabile; in realtà, se controlliamo bene, ci accorgiamo che i marchi che si occupano di alimentazione sono tutti proprietà di poche multinazionali.
Tra queste, il pensiero va sicuramente, e giustamente, a Nestlé, gigante alimentare svizzero, che ha la proprietà di moltissimi marchi storici della nostra industria alimentare, come ad esempio Sanbitter, Levissima, Acqua Panna, Acqua Vera, S. Pellegrino, Perugina, Motta, Antica gelateria del corso, Buitoni e lo storico formaggino Mio, oltre ai più ovvi Nescafé, Nespresso e Nesquik.
Marchi come Saiwa, Oreo, Tuc e Ritz sono proprietà della Americana Mondelēz, mentre la anglo-olandese Uniliver è proprietaria dei marchi Algida, Carte D’Or, Calvé, Knorr e Bertolli – non però l’olio, che è di proprietà della spagnola Deoleo, la quale annovera, tra i propri marchi, anche Carapelli, Sasso, Carbonell, Friol, Maya, Giglio Oro, Friggi Bene.
Altro grande colosso alimentare è la francese Danone, che con Vitasnella, Activia, Actimel, Danette e Danacol fa la parte del leone tra yogurt e dessert freddi, ma che detiene anche il marchio Mellin con tutti i prodotti per l’infanzia.
Insomma, se veramente vogliamo comprare italiano, non dobbiamo fermarci al marchio: stabilimenti di produzione e proprietà potrebbero avere ben altra collocazione rispetto a quella richiamata dal brand; necessario, dunque, leggere l’etichetta in modo approfondito.