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Spot ingannevoli e garanzie non riconosciute, maxi-sanzione antitrust ad Apple

Armand Valendez at Pexels
IPhone investiti da potenti getti, nelle immagini degli spot, e capaci di “sguazzare” e di resistere sott’acqua fino a trenta minuti, secondo i claim pubblicitari: così Apple ingannava i consumatori sulle caratteristiche dei propri prodotti, secondo quanto accertato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ha provveduto a comminare alla multinazionale Big Tech una sanzione da 10 milioni di euro.
Il pubblico è stato raggiunto, negli ultimi anni, da campagne pubblicitarie, veicolate dai principali canali TV e web, in cui si magnificavano le doti di resistenza alle condizioni più varie, che avrebbero dovuto contraddistinguere gli iPhone: in primo luogo la capacità di resistere all’acqua, fino a trenta minuti, a profondità di svariati metri; alla prova dei fatti, però, la promessa risultava disattesa, con in più la beffa del mancato riconoscimento dei diritti di garanzia per il ripristino delle funzionalità degli smartphone.
I messaggi pubblicitari, in effetti, facevano riferimento ai risultati di specifici test di laboratorio, richiedenti la presenza di condizioni adeguatamente controllate, come ad esempio l’utilizzo di acqua statica e pura, non corrispondenti alle vicissitudini che potrebbero interessare il prodotto nel corso del suo normale utilizzo da parte del consumatore; tali test, per giunta, miravano solamente ad accertare, secondo una distinzione formulata dalla stessa Apple, la capacità del prodotto di essere resistente all’acqua, ovvero di non riportare danneggiamenti a seguito di contatti accidentali con l’acqua, non invece la sua impermeabilità.
La combinazione di claim e immagini dei dispositivi immersi o investiti da getti d’acqua, invece, lasciava ben poco spazio all’interpretazione, dando a intendere che questi fossero impermeabili ai liquidi, anche in caso di completa immersione, senza che potesse esserne compromessa la funzionalità e l’uso al quale sono destinati.
Al danno, come detto, si aggiunge la beffa: Apple escludeva la sussistenza della garanzia a fronte di guasti riportati in seguito a contatti con liquidi e addebitava i costi per le verifiche e per l’intervento al consumatore.
Il fatto che, nonostante la pubblicizzata caratteristica di resistenza all’acqua dei prodotti, Apple rifiuti di prestare ai consumatori i servizi di assistenza in garanzia, integra un’ulteriore pratica commerciale scorretta: quando un professionista enfatizza uno specifico vanto, afferma l’Antitrust, deve assicurare e garantire ai consumatori tale funzionalità e la riparazione, in caso di mancata rispondenza del bene a quanto promesso.
Tenuto conto della durata e della gravità delle violazioni, l’Autorità ha deliberato sanzioni corrispondenti al massimo edittale, nella misura complessiva di 10 milioni di euro; Federconsumatori, già in passato attiva nell’azione di contrasto contro pratiche commerciali aggressive perpetrate da Apple in tema di garanzia, sollecita la multinazionale a provvedere all’assistenza ed è a disposizione dei cittadini che si trovino nella condizione di dover far valere i propri diritti in relazione a questa vicenda.