Quale mobilità per una vita sostenibile nei centri urbani

 Quale mobilità per una vita sostenibile nei centri urbani

Quale mobilita – 2009

Il 75% della popolazione europea vive in aree urbane: tale percentuale è destinata a salire per il progressivo, confuso e sregolato allargamento dei limiti delle città, spesso a scapito di terreni agricoli o boschivi. Negli ultimi 10 anni in Italia sono spariti più di tre milioni di ettari di superfici libere da costruzioni e infrastrutture, un’area più grande del Lazio e dell’Abruzzo messi insieme; anche lo spazio fi sico occupato dalle strade e dai veicoli è una forzatura all’ambiente, soprattutto urbano, che deve piegare altri bisogni, come quello di spazi di socialità, alle esigenze del trasporto su gomma. Come luoghi di aggregazione ed incontro culturale, sociale ed economico le città determinano lo spostamento di un gran numero di persone, che ad esse convergono per motivi di lavoro, svago, acquisti, necessità sanitarie ed amministrative. Esse mobilitano di conseguenza una grande quantità di veicoli, privati e pubblici, legati ad un articolato sistema di servizi (dal trasporto di persone alla distribuzione delle merci, dalla raccolta dei rifi uti alla consegna della posta …), le cui emissioni, sommate a quelle delle attività industriali e del riscaldamento domestico, concorrono ad alterare lo stato fi sico dell’aria, compromettendone, spesso seriamente, la salubrità. “Migliorare il clima delle nostre città” è il tema che caratterizza l’edizione 2009 della settimana europea della Mobilità che la Comunità Europea dal 2002 promuove ogni anno, non solo con riferimento ai cambiamenti climatici, ma più in generale alla vivibilità e qualità della vita con conseguente attenzione alla mobilità e ai trasporti. Nel libro verde “Verso una cultura della mobilità urbana” la Comunità Europea invita esplicitamente a limitare l’uso dell’automobile a favore della bicicletta, dei trasporti pubblici e della mobilità pedonale, promuovendo la “co-modalità” tra i diversi modi di trasporto collettivo (treno, tram, metropolitana, autobus, taxi) e individuale (automobile, motocicletta, bicicletta) con l’adozione di un approccio il più possibile integrato. Ispirandosi a queste linee/guida anche in Italia le amministrazioni pubbliche elaborano piani di mobilità studiando interventi urbanistici che puntano a rendere più fl uida la viabilità e a tutelare la salute dei cittadini. C’è però una variabile, quella delle propensioni individuali, capace da sola di far decollare o fallire gran parte delle tante iniziative in cantiere: poiché l’inquinamento è un problema personale oltre che collettivo, è indispensabile che ciascuno si disponga ad assumere comportamenti ecocompatibili. In questa direzione sta spingendo anche l’attuale crisi economica: la necessità di riconsiderare i propri comportamenti nella scelta dei sistemi di trasporto conduce a riorganizzare i propri spostamenti orientandosi verso soluzioni alternative all’automobile, più economiche e anche a più ridotto impatto ambientale. Che la modifi ca del modello culturale di centralità attribuita all’automobile passi anche attraverso il consenso individuale e l’impegno personale, Federconsumatori è profondamente convinta. L’obiettivo della presente pubblicazione è quello di facilitare, rifl ettendo sulle problematiche legate all’inquinamento e sulle soluzioni applicabili, l’assunzione di comportamenti più responsabili e di incoraggiare scelte più sostenibili di mobilità al fi ne di rendere più vivibili le nostre città.

Redazione