Giornata dell’educazione, Comitato EduFin: fare di più per i giovani risparmiatori

 Giornata dell’educazione, Comitato EduFin: fare di più per i giovani risparmiatori

L’educazione è, nello slogan della giornata ONU che si celebra oggi, il fattore prioritario per investire sulle persone.

In quest’occasione e nella medesima prospettiva, la Direttrice del Comitato per l’educazione finanziaria Annamaria Lusardi esprime tutta l’importanza dell’educazione finanziaria e lancia un appello affinché si faccia di più, soprattutto verso i giovani.

Le conoscenze finanziarie, rileva la Professoressa Lusardi, sono molto basse a livello mondiale, con solo un terzo della popolazione che ha un’alfabetizzazione al riguardo, un dato che, peraltro, non cambia nelle economie avanzate.

Occorre dunque aumentare l’impegno, a partire dalle scuole, in modo da rendere l’accesso a queste conoscenze quanto più ampio e inclusivo possibile, in ossequio all’assunto, ribadito anche da organizzazioni sovranazionali come l’OCSE, secondo cui la conoscenza finanziaria è tra le materie di base che i giovani devono apprendere per partecipare alla società e avere successo nel mercato del lavoro.

Maggior benessere, maggior sicurezza e un sistema economico più resiliente sono i benefici di competenze finanziarie più solide che la Direttrice Lusardi passa in rassegna; allargando il campo ricomprendendovi anche il tema della digitalizzazione dei commerci e dei servizi, si potrebbe inserire nel novero anche l’effetto di ridurre la suscettibilità alle frodi.

Da questo punto di vista, dovrebbero destare maggior cura i dati che emergono da alcuni recenti report, secondo cui, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, Gen Z e Millennial sono più a rischio dei Boomer: così per il rapporto “Fraudulese: The language of fraud” pubblicato nel 2022 da Visa, come anche per uno studio reso noto, sempre l’anno scorso, dalla società che si occupa di cybersecurity SoSafe, per il quale i giovani con età compresa tra i 18 e i 39 anni hanno una probabilità più elevata di cliccare su un’email di phishing e quindi potenzialmente dannosa per i propri risparmi.

Essere nativi digitali non vuol dire, dunque, sapersela cavare da sé in rete e padroneggiare adeguatamente gli strumenti più innovativi delle tecnologie dell’informazione: l’educazione, in primo luogo utile a decifrare gli stimoli e i messaggi che si moltiplicano nell’età dell’iperconnessione, è e rimane fondamentale.

Redazione