Diritti e solidarietà per una vita di qualità

 Diritti e solidarietà per una vita di qualità

Diritti e solidarietà per una vita di qualità – 2015 Credits: Pixabay at Pexels

Su quali servizi, contributi, agevolazioni può contare una persona “avanti negli anni”, per rendere più facile o meno complicata la propria esistenza? L’offerta è così variegata ed in continua evoluzione, legata com’è a variabili di natura economica, culturale, politica, promozionale, che la sua riconduzione a schemi prefissati non è semplice. Noi abbiamo provato a raccogliere il maggior numero di opportunità in questa pubblicazione, il cui senso è da ricercare nel desiderio di incentivare un approccio più organizzato alla ricerca delle informazioni sulle politiche di sostegno e sulle iniziative che possono facilitare la gestione di problemi e, nel migliore dei casi, la loro soluzione, la soddisfazione di bisogni, la realizzazione perfino di nuovi progetti di vita. Abbiamo poi fatto una ricognizione in alcuni Comuni del Veneto (quelli con un numero di abitanti superiore alle 20.000 unità) per dare visibilità ai servizi erogati, meglio rispondenti alle domande espresse dai cittadini. Abbiamo riscontrato in generale una notevole attenzione ai bisogni, ma ci siamo anche resi conto che la progressiva contrazione dei trasferimenti economici da parte dello Stato e delle Regioni e la destinazione per lo più vincolata delle risorse disponibili condizionano la portata degli interventi, soggetti a tagli e riduzioni che arrivano a colpire non solo le attività della cultura o dello sport, ma anche i servizi primari. Questo si rileva in particolar modo mettendo a confronto i dati ricavati dalle indagini sul territorio fatte nel 2010, nell’ambito della prima edizione del nostro opuscolo, con i dati attuali: si mantengono i servizi resi, ma si riduce la platea degli assistiti. Può succedere che i servizi vengano erogati in misura diversa dalle singole amministrazioni, che ne operano la scelta in base alle necessità più urgenti riscontrate nei rispettivi territori di competenza e alle difficoltà congiunturali del momento, definendoli e programmandoli nell’ambito di propri Piani locali; i Comuni di minore dimensione demografica riescono ad esercitare alcune funzioni solo consorziando determinati servizi, tra i quali anche quelli assistenziali, al fine di abbattere i costi. Altri Comuni stanno ragionando sull’opportunità di una fusione amministrativa per dar vita a nuovi Comuni più ampi, in grado di creare importanti economie di scala e, di conseguenza, risparmi. Certamente resta ancora molto da fare per un cambiamento effettivo in favore del “Pianeta anziani”: occorre dare dignità ed autonomia innalzando la soglia di tutti i trattamenti pensionistici, promuovere un deciso rilancio del volontariato, progettare un Piano nazionale di “formazione intergenerazionale”, definire e finanziare un Piano e un Fondo nazionale per la non autosufficienza, stringere una migliore alleanza nella cura tra famiglie e servizi, pubblici e privati. È ciò che chiedono uomini e donne che vogliono contare ancora nella società ed essere posti nelle condizioni di farlo, anche in quel tempo della vita definito, riduttivamente, vecchiaia.

Redazione