Auto danneggiate per carburanti adulterati: segnalazioni in aumento

 Auto danneggiate per carburanti adulterati: segnalazioni in aumento

Verso la fine del 2018 sono stati registrati diversi casi di adulterazione di carburante che ha portato al danneggiamento dei serbatoi di molte vetture di diverso marchio, modello e tipo di alimentazione. Si è ipotizzato che la sostanza adulterante sia il cloro, bandito dalle norme di composizione dei combustibili poiché altamente corrosiva. Dopo due anni dalle prime segnalazioni, il numero di utenti danneggiati non diminuisce, ma anzi si accresce: si stima che entro la fine dell’anno arriverà a superare la soglia percentuale del 4,2% di campioni di carburante alterato, attestata nel 2020.

Per i motori a benzina e diesel, il cloro rappresenta un grande pericolo: una volta giunto ai cilindri attraverso l’impianto di iniezione, la sostanza partecipa al processo di combustione per venire poi espulsa nell’impianto di scarico. Per il trattamento dei gas di scarico, i propulsori a benzina di ultima generazione utilizzano valvole Egr ad alta efficienza; quest’ultima viene però meno se i fumi della combustione sono stati contaminati dal cloro: questo, all’interno delle valvole, ha un forte potere corrosivo che si manifesta anche diversi mesi dopo il rifornimento adulterato, rendendo ardua l’individuazione della fonte del problema. Quando l’auto mostra irregolarità di alimentazione, spegnimento inaspettato, emissioni di fumo bianco, presenza di polvere rossastra sul terminale di scarico, il danno è ormai irreversibile.

Non è ancora noto il motivo della presenza del cloro nei carburanti. Si è ipotizzato che venga utilizzato come biocida economico per prevenire la formazione di flora batterica come può avvenire nelle cisterne di biodiesel. La benzina però non corre questo rischio, per cui si suppone che la causa sia riconducibile ad uno smaltimento non a norma di liquidi di scarto di lavorazioni industriali (tra cui appunto il cloro) che vengono miscelati nei prodotti petroliferi.

Finora le segnalazioni raccolte provengono da un’area circoscritta tra Lazio e Campania, ma non è ancora chiaro in che punto della filiera distributiva avvenga la frode. L’Unem (Unione energie per la mobilità) a questo proposito sta promuovendo incontri a vari livelli per concordare una strategia nell’interesse di tutti gli attori del mercato. Anche le case costruttrici, trovatesi oggetto della rabbia degli utenti, si sono mosse stabilendo contatti con le istituzioni e sensibilizzando sul tema dei carburanti adulterati.

L’unica difesa per i consumatori al momento è la prevenzione: si consiglia di rifornirsi sempre nella stessa stazione di servizio conservando le ricevute, in modo da poter circoscrivere il problema che, in media, porta ad una spesa di almeno 1200 euro per la sola sostituzione della valvola Egr, a cui si consiglia di aggiungere anche la spesa della pulizia dell’impianto di alimentazione per controllare eventuali danni ad altri componenti.

Redazione