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Assicurazioni, Intesa Sanpaolo RBM Salute e Previmedical S.p.A sanzionate da AGCM

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha comminato una sanzione di 5 milioni di euro nei confronti di Intesa Sanpaolo RBM Salute S.p.A., compagnia assicurativa specializzata nell’assicurazione sanitaria, e di 1 milione di euro nei confronti di Previmedical – Servizi per Sanità Integrativa S.p.A., provider di servizi cui è stata affidata la gestione e la liquidazione delle pratiche di sinistro, per pratiche commerciali scorrette volte a rendere onerosa e difficile per i consumatori la fruizione delle prestazioni assicurative.
Tra gli elementi raccolti dall’Autorità figurano numerosi respingimenti di richieste con motivazioni pretestuose, ritardi nell’erogazione delle prestazioni, ritiri di autorizzazioni già rilasciate, difficoltà a contattare l’assistenza clienti, arbitrarie limitazioni nella prassi liquidativa; con riguardo all’autorizzazione di prestazioni che prevedono cicli di più sedute, come nel caso delle terapie oncologiche, i consumatori, anche quelli che necessitavano di cure urgenti, erano costretti ad inviare una specifica richiesta per ciascuna seduta del ciclo.
Secondo quanto comunicato dalla stessa Intesa Sanpaolo RBM, tra gennaio 2018 e ottobre 2020 la società ha ricevuto ben 10.102 reclami, molti dei quali provenienti da aderenti al fondo sanitario MètaSalute, che da solo raccoglie oltre un terzo del numero di assicurati ISP RBM, i quali lamentavano, in particolare, il fatto che i tempi effettivi di rilascio del voucher per l’erogazione dei servizi fossero ben superiori a quelli previsti da contratto.
Intesa e Previmedical, come rilevato durante l’ispezione dell’Autorità, erano a conoscenza di tali problematiche: sono state rinvenute email di dipendenti da cui si evince come alcuni dati percentuali di ritardo comunicati ai fondi sanitari (0,47%) non fossero corrispondenti al vero (la percentuale effettiva era pari al 15%).
L’obiezione sollevata dai professionisti, secondo cui si tratterebbe di un numero di reclami del tutto fisiologico rispetto alle denunce di sinistro gestite nel triennio di riferimento e, dunque, inidoneo a corroborare la sussistenza di una pratica commerciale loro imputabile, è considerata inconferente da parte dell’Autorità; sul punto IVASS, Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, ha fatto presente che la percentuale di incidenza dei reclami, piuttosto che rapportata al numero di sinistri, andrebbe più correttamente misurata sul numero dei contratti e che tale indicatore continua a evidenziare come ISP RBM, nel 2020, sia stata tra le imprese con il peggiore risultato nella classifica reclami per il ramo danni (rc auto esclusa).
L’Autorità, sulla base degli elementi raccolti, ha deciso di comminare a Intesa Sanpaolo RBM Salute S.p.A. la sanzione nella misura massima prevista, pari a 5 milioni di euro, sottolineandone comunque l’esiguità, in rapporto all’estrema gravità della pratica e dei suoi effetti sulla salute dei consumatori; a tal proposito, AGCM lamenta il mancato recepimento, nel nostro ordinamento, della direttiva europea che fissa ad almeno il 4% del fatturato annuo del professionista, nello Stato membro interessato, il massimo edittale della sanzione irrogabile.